lunedì 25 ottobre 2010

In bicicletta da Vienna a Zagabria 2

UNA CICLABILE TROPPO PERFETTA
Il marciapiede della stazione Meidling di Vienna è ormai deserto. Siamo rimasti solo noi tre impegnati nel montaggio delle bici. La mountain bike di Fabrizio è un vero spettacolo, un mezzo di alto livello che ci confessa di aver pagato “solo” 600 euro grazie agli incentivi.

Di essere in Austria te ne accorgi subito. Appena fuori troviamo immediatamente una pista ciclabile. Bella, pulita, perfetta. L’asfalto liscio senza crepe o buche. Seguiamo le indicazioni, la nostra destinazione è Stephans Platz. La via destinata ai ciclisti non ci abbandona mai. I viennesi ci sorpassano da tutte le parti, qui la bici insieme a metro e treno è il più diffuso mezzo di trasporto....

L’incantevole chiesa gotica è nuovamente davanti i miei occhi. Dieci anni fa l’ultima volta che ero stato qui. Rifletto sul passere inesorabile del tempo. “Comincio a farmi vecchio” è quello che penso. Ma nulla sembra essere cambiato nella mia mente, ancora una volta pronto ad affrontare un viaggio e tutto quello che comporta. Mille avventure e centinaia di incontri.

Dopo una foto di rito salutiamo Fabrizio. Noi stiamo per lasciare la città dei musicista per la piccola e vivace Bratislava percorrendo 93 km lungo la pista ciclabile più famosa d’Europa, quella parallela al Danubio.

Il sole è alla sua massima altezza. Ci dirigiamo ad est alla ricerca del corso d’acqua. Non riusciamo a vederlo ma sappiamo che è là, oltre quegli edifici e la ferrovia che gli corre a fianco. Stiamo ormai ai margini della città. Eccolo, finalmente un cavalcavia, oltrepassiamo le sede ferrata e ci ritroviamo sulla sponda del fiume.

Una diga, a destra un’enorme scalo merci ferroviario che funge da interporto. Il ferro qui fortunatamente è preferito al trasporto su gomma. Un ponte e ci ritroviamo sull’altra sponda o è quello che pensiamo. Invece no. Siamo su un isolotto nell’immenso fiume. Vediamo uomini e donne in acqua, altri a prendere il sole ed ecco la sorpresa. Sono tutti nudi, e si, inaspettatamente siamo in una sorta di spiaggia per nudisti. Proseguiamo con un certo imbarazzo, filando sulla nostra via senza nessuna o quasi distrazione.

Finalmente, eccola, dopo aver perso circa mezz’ora l’abbiamo imboccata. La ciclabile che ci porterà fino alla capitale slovacca. La segnaletica riporta le varie distanza e il numero sei del circuito europeo eurovelo che ci accompagnerà fino a Budapest. Pranzo con wurstel e birra in uno dei diversi chioschi situati lungo il percorso. Ci fanno compagnia due ragazzi inglesi che fanno il nostro stesso tragitto.

Il fondo continua ad essere buono, maciniamo chilometri e abbiamo seminato i sudditi di sua maestà. Il sole cuoce il nostro volto, iniziamo a prendere quella tintarella tipica dei ciclisti o anche dei muratori. Ce ne dovremmo abituare perchè il caldo ed il sole non ci abbandoneranno mai durante il viaggio.

Il lungo ponte sembra non finire mai, la maestosità del fiume è impressionante. Giungiamo nella graziosa Hainburg an Donau, in lontananza Bratislava, a meno di 20 km. La ciclabile si interrompe, proseguiamo per poco sulla statale 9 poi eccola di nuova. Costeggiamo campi coltivati e la ferrovia che cattura la mia attenzione. Singolo binario elettrificato, osservo la linea di contatto e le sospensioni…piccola deformazione professionale.

Sulla nostra destra il vecchio confine, ora abbandonato. Fa un certo effetto vedere una delle dogane che rappresentava la cortina di ferro giacere in uno stato di degrado. Senza nemmeno accorgecene siamo nella repubblica slovacca anche se il fondo stradale ci fa percepire questo passaggio. L’ultima fatica è oltrepassare il ponte nuovo e poi eccoci in pieno centro.

Alloggiamo in un grazioso ostello e dopo una meritata doccia rigenerante facciamo i primi calcoli. Siamo soddisfatti di aver chiuso la tappa in poco più di 5 ore e con una media di 18 km. Meglio di quello che ci aspettavamo. Se il buongiorno si vede dal mattino non potremmo che migliorare.

Usare la ciclovia è stato gradevole e sicuro ma ciò non ci ha permesso di entrare in contatto con la gente del posto, di attraversare minuscoli villaggi, di fare incontri imprevisti nonostante le decine e decine di ciclisti incrociati. Oggi è sicuramente stato utili ma già da domani valuteremo se proseguire oppure continuare sulle strade statali.

La giornata volge al termine, usciamo per dedicarci alla visita della città. Le stradine del centro antico e il piacente viale alberato Hviezdoslavovo, il castello e la porta di San Michele, poco tempo ma riusciamo a vedere tutto.

Cena con ottime birre locali e i gustosi Bryndzove halusky, i mitici gnocchetti serviti con formaggio di pecora e lardini abbrustolini, che da anni speravo di rimangiare. Vicino a noi due tedeschi che tracannano birra a volontà, due chiacchiere e una bevuta in compagnia poi ci diamo appuntamento davanti a un locale per terminare la serata, ma non ci incontreremo più.

La musica esce a tutto volume, prendiamo parte alla movida del venerdì notte entrando e uscendo dai diversi disco pub situati uno vicino all’altro. Siamo proprio dei pessimi atleti, o meglio io lo sono visto che devo convincere Francesco a fare tardi. Ad una certa però mi abbandona sopraffatto dal sonno e dalla stanchezza. Verso le 4 decido anche io di rientrare, fra poche ore la sveglia e molti chilometri da affrontare.

2 commenti:

  1. e perchè mai? anzi credo di averti fatto un complimento mostrando la tua professionalità e serietà...sono io quello che ti porta sulla cattiva strada ;-)

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